TAXI IN MOZAMBICO
Non ridete! Non vi meravigliate! E’ tutto vero! Niente fotomontaggio! C’ è qualcosa di nuovo in Mozambico dietro questa che si può definire solo una curiosità!
Si è sviluppata una nuova mentalità in Mozambico! Ma dietro la mentalità c’è anche la possibilità di realizzare queste nuove prospettive che la nuova mentalità propone.
Si tratta di una cinquantenne, più qualcosa! L’avevo conosciuta a Luabo, 40 anni fa, quando io avevo meno di 30 anni. Una ragazzina, allora, sempre allegra, sempre presente in missione. Aveva presto assorbito il nuovo metodo di evangelizzazione. Era diventata una catechista, attiva, vibrante, aggressiva e suadente nel proporre il nuovo cammino della missione.
Era sempre con noi missionari nelle lunghe tournée in giro nei vari villaggi.
I missionari furono liberati 40 giorni dopo, Anna Issa Cassamo, così si chiama questa donna, rimase nelle “zone liberate” per quasi 7 anni. Fu un’animatrice instancabile delle comunità in queste zone liberate: visitava le comunità, convocava riunioni di animatori e catechisti, assemblee zonali, diocesane e interdiocesane.
Seppe guadagnarsi la stima degli stessi guerriglieri, che la lasciavano girare scortata da loro nei suoi viaggi apostolici, e anche il prestigio tra gli animatori che la riconoscevano come vera leader sia a livello di fede come pure a livello di organizzazione.
Durante la sua visita abbiamo rievocato tutte queste cose e tante altre ancora. Finita la chiacchierata mi dice: <Ora me ne vado. Aspetta. Chiamo il taxi. Ho già pagato anche il ritorno. Sai … mi fanno male i piedi. Non ce la faccio ad arrivare a casa!>
L’accompagno al cancello del giardino. Passano 5 minuti. Arriva una motocicletta Yamaha 50. Mi dice: <Ciao! Ciao! E’ arrivato il taxi!>
Mentre ripensavo alla sua storia, la vedevo allontanarsi sulla moto-taxi!
Nuova mentalità; nuove possibilità; nuove disponibilità economiche!
Mi chiedeva perché la presentazione del libro su P. Prosperino Do lado dos ultimos – Padre Prosperino em Moçambique non si sarebbe svolta nella sede dell’università cattolica e mi esprimeva il suo dispiacere.
<La vita e le opere di P. Prosperino, mi diceva, hanno ancora una attualità straordinaria per noi giovani studenti e docenti. La sua creatività, il suo impegno sociale e politico, la voglia di dedicarsi al popolo, ai poveri, l’entusiasmo e il suo altruismo, le sue straordinarie capacità nell’animazione della gente, delle strutture, della politica… ancora oggi sono valori da gridare sui tetti. Proprio qui a Quelimane, dove oggi, anche se abbiamo l’accesso all’università, non sono più questi gli ideali della vita!>
Così si fece molto tardi mentre parlavo col docente universitario, Prosperino Mbalame. Ci salutammo e lo accompagnavo alla porta. Mi fece cenno di aspettare un po’. All’improvviso passò una jinga (=bicicletta)-taxi. Fece un cenno. Si fermò. Gli indicò il rione e partì!
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